domenica 12 maggio 2013

A whole new world

E così, dopo un mese alle Hawaii mi sono fatta anche tre giorni a Disneyland Los Angeles!
Inizio dicendo: che F I G A T A!
Oltre ad essere catapultati nelle storie Disney, alloggiare in uno degli hotel del resort permette di staccarsi completamente dalla realtà. Ci si sente davvero circondati da una considerevole dose di allegria: stelle dappertutto, canzoni in filodiffusione che ti entrano in testa irrimediabilmente (la peggiore da questo punto di vista è It's A Small World. L'ho sentita la prima volta sei anni fa a Disneyland Paris ed è impossibile dimenticarla. Cliccate qui, se volete farvi un'idea). E ancora: mille negozi in cui perdersi (e in cui perdere tutti i soldi: fortunatamente avevo esaurito lo spazio in valigia e mi sono imposta di non comprare altri Stitch, considerando quanti ne ho a casa), ristoranti a tema per ogni gusto (cenare al Rainforest Cafè, circondati da gorilla, elefanti e libellule giganti, fa un certo effetto), deliziose bakery e bancarelle di ogni genere.

Non bastano tre giorni per vedere tutto (le file per certe attrazioni sono davvero troppo lunghe), ma rispetto al tour de force a cui costrinsi il mio ex ragazzo all'epoca (avevamo anche trovato un biglietto bazza per visitare tutti e due i parchi francesi in un solo giorno. Ed era la settimana di ferragosto) questa volta è stata una passeggiata!

La cosa più bella di Disneyland è la velocità con cui si passa da un mondo all'altro, dalle principesse a Darth Vader, dalle montagne russe alla giostra coi cavalli. Ed è così che ho iniziato aiutando Buzz Lightyear sparando raggi laser a destra e a manca, per poi ritrovarmi in una navicella guidata da C-3PO, e poco dopo a bordo di un sottomarino giallo in compagnia di Nemo e Dori ["zitto e nuota, nuota e nuota"], ho incontrato Jack Sparrow, pranzato con cibo messicano a New Orleans, mi sono arrampicata sugli alberi di Tarzan con la mia nuovissima tiara da principessa in testa... ed è stato impossibile non pensare ad Amy.


Ho vinto una gara sulla macchina di Cars (dopo essermi imbattuta in un guasto tecnico che ha stoppato l'attrazione per un'ora con noi in fila), ho rivissuto per tre volte la storia di Ariel, cantando "in fondo al maaar, in fondo al maaaar" mentre tutti gli altri cantavano deep in the sea, e ho riso da sola pensando alle aggiunte fatte da me e miglioreamica/roomie/colonna portante [dai, cacchio! Baciala!], ho fatto il giro della morte sulle montagne russe e poi ho pranzato con un simil-ragù bolognese e "volato" sopra la California, ho cercato la porta di Boo insieme a Mike e Sully (che ho intravisto, morbidosissimo), ho letto un libro nella biblioteca della Bestia e cantato per Ursula (che fortunatamente non ha voluto le nostre voci...posso capirla!). 
E poi ho cantato per tre giorni interi "A whole new world" (una delle poche che so anche in inglese)



ho preso un caffè (chiamiamolo così) in un bar a tema Mary Poppins, ho visitato la casa di Mickey Mouse (che continua a starmi parecchio antipatico) e assistito a un incredibile spettacolo di acqua, musica e colori.. e anche se non ho visto Stitch e non ho fatto in tempo ad abbracciare Sully, ho affrontato la Tower of Terror, accuratamente evitata a Parigi (ma se può farcela un bambino di 4 anni, posso farcela anche io!) e ho visto tre ragazzi aggiudicarsi i posti su una delle giostre giocando a Rock Paper Scissors Lizard Spock. Mitici!

Adesso non mi resta che riprendermi dal jet lag (il passaggio Hawaii-Los Angeles-Londra-Nizza mi ha destabilizzata non poco) e affrontare i prossimi giorni [seguirà post] con un bagaglio di ricordi incredibili e con la consapevolezza che (grazie Cla e C.S. Lewis) "There are far, far better things ahead than any we leave behind".

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