venerdì 4 luglio 2014

100 Happy Days: challenge accepted


Puoi essere felice per 100 giorni di fila?
(E perché agli altri dovrebbe importarne qualcosa?)

Il sito www.100happydays.com lancia la sfida a chiunque voglia coglierla: trovare – per 100 giorni consecutivi – qualcosa che ci renda felici. Mica cose di chissà che rilevanza: a volte basta un buon caffè, il sole dopo giorni e giorni e giorni [...] di pioggia, un'alba spettacolare quando ci tocca alzarci troppo presto al mattino, la compagnia giusta, il divano alla fine di una giornata faticosa (sarà una caso che nei miei 100happydays il divano compaia più di una volta? E che mi sono limitata, perché non volevo essere ripetitiva).

In fondo, cosa c'è di meglio del divano a fine giornata?

E di una copertina quando fuori fa freddo? Magari il tutto accompagnato da un bel film e un pacco di Abbracci (i biscotti! Ma se poi sono veri e propri abbracci ancora meglio)

Ma non divaghiamo!
Si parlava della sfida (ne parla anche Wired qui), lanciata da un certo Dmitry Golubnichy a tutti i cinici della terra. Basta registrarsi sul sito (la registrazione comunque non è obbligatoria o vincolante del tipo che altrimenti non potete assolutamente partecipare) e utilizzare l'hashtag ufficiale #100happydays (o anche uno personalizzato) per far sapere a chiunque cosa ci rende felici.
Vita frenetica, agenda incasinata, poco tempo per apprezzare le belle cose che ci capitano. E via così, la negatività avanza, il pessimismo cosmico diventa parte integrante del nostro modo di vivere, ci impigriamo, ingrigiamo e intristiamo.
E allora andiamo alla ricerca di lati positivi!

Pare che oltre il 70% di chi ci ha provato abbia poi abbandonato la sfida, probabilmente per mancanza di tempo. Può essere: in più di un'occasione sono stata sul punto di non pubblicare nulla sul mio account Instagram (dove ho raccolto questi 100 happy moments). Altre volte invece ero talmente presa a vivermeli, quegli happydays, da dimenticarmi di scattare una foto. Ma dato che non c'è una giuria pronta a decapitare i ritardatari... bastava poi pubblicare qualcosa il giorno dopo (possibilmente legato al giorno appena passato ovviamente: è una sfida con se stessi, che senso ha barare?)

Gli ultimi dubbi sull'accettare o meno la sfida sono stati spazzati via da pronostici e statistiche riportati sul sito ufficiale: pare infatti che i partecipanti vittoriosi abbiano ottenuto grandi gioie, buon umore e complimenti, si siano innamorati e abbiano vissuto un'impennata di ottimismo senza precedenti!
Dopo aver subito ogni possibile angheria dal karma e fidandomi ciecamente del saggio Paolo (Fox, ndr), che per questo 2014 prevedeva grandi cose per gli Arieti, ho deciso di non sfidare ancora la sorte: arrivavo da mesi senza un vero lavoro, zoppicante e stampellata (con un po' di osso in meno e qualche pezzo di metallo in più), con un corso da frequentare dalla parte opposta della regione e con una storia appena iniziata [che quando una storia inizia non sai mica come va, e bisogna fidarsi, con tutti i rischi del caso - e visti i miei precedenti mi giustificherete un po' di ansia e pessimismo - e bisogna buttarsi e incrociare le dita sperando di cadere sul morbido]... se si poteva dare una spintarella al destino e far girare le cose nel verso giusto, perché lasciarsela sfuggire? 

Così, per oltre tre mesi ho stressato chiunque si trovasse nei miei paraggi con questa storia, e anche se alcuni giorni la ricerca è stata un po' forzata devo ammettere che il solo fatto di dover trovare qualcosa di positivo in ogni giornata mi ha permesso di apprezzare cose che altrimenti probabilmente non avrei nemmeno notato.

Ora, senza che vi facciate troppo i fatti miei (c'è un limite a tutto) e anche se non mi sembra il caso di attribuire tutto il merito a questa sfida, posso dirvi che allo stato attuale:
ho un lavoro part time e sono lì lì per iniziare anche uno stage 
(dopo mesi e mesi di ricerche inutili e colloqui allucinanti 
– con i racconti dei quali vi delizierò in un altro post)

ho passato giornate e serate esilaranti insieme al mio gruppetto di amici 
in grado di rendere speciali anche i momenti più semplici

mi sono buttata e ho trovato qualcuno che mi sopporta 
(e che mi ha regalato uno Sheldon parlante!)

ho ripreso a camminare sulle mie gambe 
(anche se per questo più che i 100happydays dovrei ringraziare la mia fisioterapista)

sono stata al mare sia in inverno che in estate (anche se, a parte un'impennata di caldo durata una decina di giorni, definire questa “estate” mi pare ancora un po' eccessivo) 

sono stata a vedere concerti e bellissimi posti nuovi

e ho re-incontrato vecchi amici, e vecchi amici che sono diventati di nuovo amici, ho scattato belle foto (e altre decisamente meno belle), letto libri, sopportato (almeno un po') i ritardi dei treni perché comunque ne valeva la pena, ho trovato qualcosa di positivo anche nei giorni più difficili e riso tanto
Missione compiuta!