mercoledì 30 gennaio 2013

Breve elogio all'ospitalità

...E poi la mamma-alla-pari compra un pezzo enorme di pane con le olive, e sapendo che a me non piacciono taglia e mette da parte - per me - il pezzo che sopra non ne ha nemmeno una. E mi lascia sempre un po' di insalata in un altro piatto, perché sa che non mi piace l'aceto e così posso condirmela come preferisco. E compra i biscotti al cioccolato perché sa che ne ho mangiato un pacchetto intero in una settimana (e lo sa perché gliel'ho detto io, non è che li mangio di nascosto).

[Anche se ogni volta che addento un biscotto al cioccolato e penso a quanto qua siano tutti bio e super salutisti mi sento decisamente in colpa. Fortunatamente comunque il senso di colpa dura solo qualche secondo]


Ok, così sembra che a me non piaccia nulla, a parte i biscotti al cioccolato (e in piccola parte è vero, sono decisamente ghignosa sul cibo - mastomigliorando). E forse questo post è abbastanza inutile (ma chi lo dice poi che un blog debba essere utile?), ma volevo condividere questo piccolo momento di oggi (quello del pane con le olive) perché anche se è stato un gesto quasi insignificante in realtà, mi ha fatta sentire proprio a casa.


5 must have

Ormai sono in Francia da quasi un mese, è tempo di bilanci!
Ecco cinque cose di cui so di non poter più fare a meno:

1. Il sole, che anche a gennaio mi permette di uscire (non sempre, ma spesso) senza la giacca e tenere le finestre spalancate senza essere invasa da simpatici pinguini e orsi polari.
2. Il cambio automatico: non sono un asso alla guida, e non posso dire che il cambio automatico mi abbia reso chissà quanto abile... Ma già riuscire a non spegnere la macchina ad ogni partenza in salita è un grosso salto di qualità (soprattutto considerando che qua è come vivere sui colli, sono tutte curve-salite-discese e probabilmente con una macchina con il cambio manuale avrei già bruciato la frizione).
3. L'asciugatrice: vestiti asciutti e praticamente già stirati senza fare nessuna fatica!
4. Il cibo sano (e posso già sentire le fragorose risate di chi mi conosce): non posso vantare chissà quale dieta sana nei miei 27 (ohmygod, quasi 28) anni di vita, ma in un solo mese qui ho completamente stravolto (e migliorato) le mie abitudini e ora mi ritrovo a preparami piatti vegetariani (ma non ho abbandonato la carne!) verdure e insalate.
5. Gli AMICI - quelli che si meritano tutte le lettere maiuscole - perché senza di loro non so come avrei fatto a combattere la nostalgia :)

venerdì 25 gennaio 2013

Tra bonjour, coiffeurs e croissants

Approfittando del sole e di un po' di tempo libero a disposizione (due volte a settimana entrambi i bimbi sono all'asilo tutto il giorno), questa mattina sono stata a fare un giretto nel paesino in cui vivo da ormai tre settimane, e che fino a ieri avevo visto solo di sfuggita (in realtà, qua è come stare sui colli, la casa è una villa immersa nel verde arrampicata su per una strada in salita - e mi chiedo tra quanto riuscirò a ritornare a casa senza avere il fiatone -.- ).

Comunque.. la prima cosa che mi ha colpita scendendo in paese è la cordialità della gente: non tutti ovviamente, come sempre ci sono delle eccezioni, ma in tanti ti salutano con un sorridente bonjour anche se non ti conoscono.
..Ti aspetti quasi che da un momento all'altro tutti comincino a cantare come nel film La Bella e la Bestia!


La seconda cosa che salta subito all'occhio è la quantità di coiffeurs, decisamente troppi per un paesino così piccolo. Secondo Wikipedia, Peymeinade ha poco più di 8mila abitanti, e ho contato almeno 10 parrucchieri solo tra la strada che ho fatto per scendere in paese e quella principale (per percorrerla tutta a piedi ci vorranno al massimo 10 minuti, fermandosi anche a guardare le vetrine dei negozi).
Ora, va bene tutto... Ma considerando anche la quantità di bambini che vivono qui, cosa se ne faranno mai di tutti questi parrucchieri?!

However...il paesino è proprio carino, e c'è tutto quello che può servire (soprattutto se si vuole cambiare taglio di capelli). Ecco qualche foto:






Per tornare a casa ho scelto di passare nelle viuzze della "vecchia" Peymeinade: un groviglio di stradine e case, porte e finestre piene di piante (chissà che spettacolo in primavera!), tanti gatti, pochissime persone.






Infine, ho deciso di seguire il sentierino che costeggia il canale (così è anche impossibile perdersi): bellissima la vista



soprattutto in una giornata di sole come quella di oggi, ma raccomando a tutti tanta attenzione, perché a quanto pare i francesi non hanno tra le loro usanze quella di raccogliere la cacca dei cani. Per dirla nel gergo dei bimbi: poo everywhere! Sembra di giocare a campo minato. Mi chiedo come fanno tutti quelli che lungo il canale ci vanno per correre.
Tra l'altro... vedere tutta 'sta gente correre (sia lungo il canale qui, sia sul lungomare a Nizza e a Cannes) mi sta quasi facendo voglia di fare jogging!
...Ok, già immagino le risate di chi mi conosce, forse la sto sparando grossa, perché ci ho provato in passato, con risultati scarsi, praticamente nulli (= male alla milza dopo 3 minuti di corsa).




E' anche vero che qua sto conducendo una vita decisamente più sana rispetto ai miei canoni: chi l'avrebbe mai detto che io, cresciuta a ragù e tortellini, avrei fatto il bis di una cena completamente vegetariana?!
(anche se sicuramente pareggio con tutto il burro salato e i croissants al burro che mangio)

mercoledì 23 gennaio 2013

2 is megl che...4

Nelle settimane passate a spulciare i profili delle famiglie-alla-pari mi sono imbattuta anche in alcune descrizioni della famiglia ideale: magari a soli 20 minuti da Parigi o da Londra, casa grande con giardino, foto di persone solari e sorridenti, svariati giorni liberi, tante attività da fare all'aria aperta...
Insomma, tutto bellissimo, fino al conteggio dei figli: se erano più di 2, il puntatore del mouse correva dritto sparato sulla X per chiudere la pagina.
Va bene tutto, i bambini mi piacciono, ho scelto io di fare l'au pair... ma il mio istinto di conservazione mi ha impedito (e meno male!) di infilarmi in una famiglia troppo numerosa.

E oggi ho avuto la conferma di aver preso la decisione giusta!
Ho passato la giornata con i miei due bimbi (ci tengo a sottolineare che *miei* si riferisce ai bimbi alla-pari, non si sa mai) e 3 amici di H.
TRE maschietti tra i 4 e i 6 anni. Che adorano fare la lotta (le mie costole ringraziano ancora per l'attacco incrociato subito stamattina) e giocare con le macchinine (e io sono davvero impedita nel montare le super piste con giro della morte che hanno qui); bambini che sono pieni di energie, talmente tanto pieni di energie che la piccola L. a un certo punto ha decido (giustamente) di defilarsi e correre a nascondersi in qualche altra stanza della casa.

In mio soccorso è arrivata la visione di un film nel pomeriggio: più di un'ora e mezza di pace e quiete, tutti assorti a guardare Kung Fu Panda. In francese. Capiamoci, adoro questa lingua, ma la voce del panda per me è e sarà sempre quella di Fabio Volo, c'è poco da fare. Qualsiasi altra voce lo fa sembrare strano, l'accento francese poi mi sembra che lo renda meno combattivo.
Dettagli, comunque. La cosa incredibile è la facilità con cui questi bambini riescono a passare da una lingua all'altra: un minuto prima H. parla con me in italiano, poi risponde alla mamma in inglese e mentre gioca con il suo amico chiacchierano amabilmente in francese. E ci tengo a sottolineare che H. ha 4 anni: bambini fortunati, non c'è che dire! Io se devo formulare una frase un minimo complessa in inglese devo pensarci e concentrarmi e mentre la dico so che sto sbagliando come minimo due tempi verbali e qualche parola; io sono quella che all'esame di maturità aveva il cervello talmente in pappa che ad una domanda in inglese ha risposto prima Ja e poi Oui.
Quindi tanta stima!

Però oggi ho anche scoperto quanto può essere divertente giocare a pallone in giardino con 4 maschietti esaltati (in certi momenti infatti sembrava quasi che mi stessi divertendo di più io!). E ho anche scoperto che la mini-cucina finta non piace solo alla piccola L.: uno di loro mi ha preparato una serie di piatti ricercati, con tanto di "servizio al tavolo" e menu spiegato in francese.


Gioie e dolori, quindi. Comunque sia, quando la mamma ha commentato "I'm so glad to have a boy AND a girl", non ho potuto fare a meno di essere d'accordo con lei: I'm really glad, too!


Concludo lasciandovi con questo intramontabile video, da cui ho scopiazzato il titolo per questo post: 2 gust is megl che one!


martedì 22 gennaio 2013

Anno nuovo, vita nuova

Stavo pensando che in effetti questo ormai è il terzo o quarto blog che inizio.. Avrei potuto continuare a scrivere in quello vecchio, ma a parte che la piattaforma (Tumblr) non mi piaceva granché, come dice il titolo del blog: anno nuovo, vita nuova...blog nuovo!

Da poco più di due settimane mi trovo in Francia, più precisamente in Costa Azzurra (e più precisamente ancora nei dintorni di Grasse), come au-pair. Se tutto va come previsto starò qui per un anno, e per me - che al massimo mi sono allontanata da Bologna per una ventina di giorni consecutivi - è decisamente un grosso cambiamento!
Ma avevo davvero bisogno di dare una svolta alla mia vita, cambiare qualcosa! Negli ultimi mesi mi sentivo ferma, in stallo, senza entusiasmo, prospettive e grandi possibilità: dopo mesi e mesi di cv inviati, colloqui e offerte di lavoro al limite del ridicolo, da settembre ero di nuovo una stagista sottopagata, con zero speranze di assunzione. Il mio contratto sarebbe scaduto a metà gennaio, e mi sarei ritrovata di nuovo demoralizzata a spedire centinaia di cv al giorno per sentirmi dire (in quei rari casi in cui si degnano di rispondere) che sono troppo qualificata per un determinato lavoro, ma che non ho abbastanza esperienza per un altro, che sono troppo vecchia, che non posso fare la stagista perché sono laureata da troppo tempo ma che non ho le competenze per un profilo più esperto. Insomma, un disastro! Inoltre, da settembre ero anche single, di nuovo (c'è chi mi ha detto che forse sono troppo esigente... Semplicemente non stavo più bene dove stavo).
Comunque sia, quale momento migliore per "mollare tutto e partire"? Lo diciamo tutti, tutti vorremmo farlo, e io l'ho fatto! Ho sempre voluto fare un'esperienza all'estero, vedere il mondo, trovare lavoro a Parigi o Londra o in Spagna o ovunque... ma con quali soldi? Grazie al "ricco stipendio da stagista", il mio già misero conto in banca si era completamente azzerato, e sicuramente non potevo mettermi alla ricerca di un qualsiasi lavoro in una qualche città europea.
E così, un giovedì pomeriggio di inizio ottobre, stanca di aspettare un cambiamento che da solo non sarebbe mai arrivato, mi sono iscritta al sito aupair-world.it, ho inserito il mio profilo in inglese e in francese e ho incrociato le dita: dopo due ore avevo già 8 nuovi messaggi da famiglie interessate a conoscermi per capire se potevo fare al caso loro, e dopo un paio di settimane di scambi di email e chiacchierate su skype con mamme e papà per lo più francesi e spagnoli mi sono trovata a poter scegliere la mia famiglia-au-pair.

E ora? Dal 5 gennaio vivo con una dolcissima famiglia italo-americana in un'enorme casa immersa nel verde e mi occupo di due nella-maggior-parte-dei-casi adorabili bambini (L., 2 anni e H., 4). Considerando la mia scarsa esperienza con i bambini (a parte un fratello e una sorella più piccoli di me, nè io nè i miei amici - con qualche piccola eccezione - abbiamo ancora cominciato a figliare), la mia decisione di partire come ragazza alla pari e fare la nanny poteva sollevare qualche dubbio.. Ma devo dire che sta andando bene!
Certo, devo ancora capire come fargli passare i momenti di isterismo in cui con i lacrimoni si rifiutano di fare qualsiasi cosa con me perchè "I want my mummyyyyy", ma in quelli che effettivamente sono pochi giorni abbiamo fatto un bel po' di progressi.
E poi.. non c'è soddisfazione più grande del sentirsi dire - da una bimba di due anni dolcissima ma difficile da conquistare - "I love you".