lunedì 4 marzo 2013

Gstaad, il paese dei ricchi

...lo dice anche Vanity Fair (grazie Fedex per la segnalazione!) con un articolo [qui] dedicato in particolare ad un hotel (non quello in cui sono stata io, ma ci andiamo vicino) situato in questa piccola città che la giornalista definisce "l'ultima enclave del lusso, dove i soldi corrono a fiumi ma sembrano non avere prezzo, dove una suite costa 20mila euro a notte (!!!), dove anche il tabaccaio è un negozio chic, dove nessuno scia e dove anche le mucche sono più felici".

Ora, parliamone: non ho avuto modo di constatare il livello di felicità delle mucche, ma sono sicura che non se la passano male. Però confermo: anche dal tabaccaio sembra di entrare in un negozio di lusso, e una pallina con la neve (il tipico souvenir che porto a mia mamma dopo ogni viaggio) può arrivare a costare anche 30 euro. Bè, a meno che al posto dei glitter e della neve finta non ci siano vere e proprie scaglie d'oro, mi sembra un po' folle.
Per quanto riguarda lo sciare... in effetti ripensandoci non ho visto chissà che fitto sulle piste (è anche vero che ho passato le mie ore sulla neve facendo da raccattabambini, cioè recuperandoli in fondo alla pista del campo scuola quando arrivavano in velocità senza sapere come fermarsi), ma durante la mia passeggiatina in paese ho notato un cospicuo numero di turisti, seduti a mangiare costosissime crèpes, provare maglioni di cashmire o ammirare con fare intellettualoide le vetrine delle gallerie d'arte.
Veniamo a me. Come avrete intuito sono stata a Gstaad, questa meravigliosa cittadina svizzera, dove per la prima volta nella mia vita ho capito cosa si prova a non avere preoccupazioni (principalmente di tipo economico, diciamocelo).
Io, che di solito per i miei viaggi cerco l'hotel su booking ordinando per prezzo "dal più basso", mi sono ritrovata a soggiornare in un fighissimo hotel a 5 stelle con spa e negozi di lusso direttamente dentro l'albergo, ho approfittato del servizio in camera (non sono una fan del sushi, ma quello mangiato lì era buonissimo!), mi sono coccolata con i prodotti da bagno (nonostante le possibili reazioni allergiche - maledetto nikel - come non lasciarsi tentare dal docciaschiuma Relax e dalla crema corpo Balance?!)
avvolgendomi poi in un morbidissimo accappatoio, che non ho portato a casa solo perché, come dice il saggio Ross a Chandler in una puntata di Friends: "You have to find a line between stealing and taking what the hotel owes you".

(Tornare a casa con la valigia piena di campioncini, set da cucito, spazzolino+dentifricio da viaggio, lima per le unghie, prodotti da bagno -tutte cose che ho e che non mi servono? Fatto!)

Per non parlare della colazione. La prima mattina mi sono contenuta solo perché queste persone mi conoscono da soli due mesi [sono già due mesi?!], ma poi ci ho dato dentro mangiando "come se non ci fosse un domani" (e ho avuto a disposizione diversi weekend con alcune amiche [Paoli, Fra, Siza, Cla e Ky] per allenarmi): mille diversi tipi di cereali, croissants, pain au chocolat, uova strapazzate+bacon, pancake (che poi in realtà era non era un pancake ma una torta, alta come almeno 5 pancakes sovrapposti), caffè, cioccolata... 
Con tutto quello che ho mangiato (includo nel discorso pranzi e cene di super lusso) mi stupisco di riuscire ad entrare ancora negli stessi jeans.

A proposito di cibo, non mi sono fatta mancare le nuove scoperte! Oltre al già citato sushi (e qui immagino si solleveranno cori di insulti visto che di solito alla domanda "mangiamo giapponese?" la mia risposta è un insindacabile no. Ci tengo a sottolineare comunque che ho mangiato solo quelli fatti di riso e pesce - sashimi?- e un paio di quelli tondi - maki? - tutto rigorosamente senza strane robe verdi all'interno), ho mangiato una cosa tipica svizzera buonissima: il r
östi.
(il rosti è quello a destra)

Nato per la colazione nel cantone di Berna (ancora grazie wikipedia), questo piatto (fatto in pratica solo di patate e burro) adesso è considerato piatto tipico in tutta la Svizzera ed è usatissimo come contorno (io infatti l'ho mangiato con della buonissima carne coi funghi).
[Qui la ricetta del Guardian: Come cucinare il rösti perfetto]

Comunque, giusto per fare un po' di invidia a chi ama la montagna, ecco qualche foto (tra un mesetto comincio con le foto delle Hawaii, quindi ce n'è anche per voi amanti di sole-mare-spiagge e #sunsets)
La vista dall'albergo

Il paesino che di sera si trasforma, anche a inizio marzo, in un piccolo villaggio di Natale

 Renna photobomber (vista dal ristorante di Saanen, dove abbiamo mangiato all'aperto e senza giacca, circondati dalla neve)
Passeggiando per Gstaad


Per concludere, un ringraziamento speciale va all'istruttore di sci che i bimbi hanno avuto il primo giorno (con un'insegnante così le lezioni le avrei prese volentieri anche io) e alla compagnia aerea Swiss, che nonostante la brevissima durata del volo Nizza-Ginevra (meno di un'ora) elargisce ai viaggiatori bevande calde, giochi per intrattenere i bambini e buonissimi cioccolatini.

"Questo" - si legge ancora nell'articolo di Vanity Fair dedicato a Gstaad - "è il luogo di incontro di un'elite internazionale che annovera principi e magnati, industriali e star". Peccato solo che la vita da nanny non favorisca troppo la mia vita sociale... 

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